Spesso si sente parlare di Funzioni Esecutive, della loro importanza e della loro compromissione in molti quadri clinici dell’età evolutiva, ma non sempre viene chiarito che cosa siano.
La letteratura in ambito scientifico definisce le Funzioni Esecutive come un insieme di processi cognitivi di “ordine superiore” che permettono di iniziare e portare a termine comportamenti indirizzati ad uno scopo, di programmare azioni attraverso un insieme di atti strategici e coordinati.
La loro importanza è tale poiché permettono di far fronte a compiti nuovi che richiedono di formulare un piano scegliendo tra più comportamenti da attuare, di valutare il progetto e di monitorarlo in corso d’opera, di iniziarlo, terminarlo e apportare determinate modifiche, tutto in vista di uno scopo.
Vengono impiegate in molti compiti quotidiani, ricoprono un ruolo importante per la vita di ogni soggetto poiché permettono l’adattamento ovvero l’abilità nel modificare i propri comportamenti in base alle richieste ambientali.
Seppur non ci sia ancora un accordo tra tutti gli studiosi in materia di quali e quante siano le funzioni esecutive, ne sono state individuate 5 di base: la memoria, l’attenzione, l’inibizione, la flessibilità cognitiva e la pianificazione.
Lo sviluppo delle Funzioni Esecutive è direttamente proporzionale alla lenta maturazione del Sistema Nervoso Centrale, copre un arco di tempo molto vasto dall’infanzia all’età adulta, infatti molte funzioni base si riscontrano sin dai primi mesi di vita del bambino ma la piena acquisizione di esse si realizza in adolescenza e in giovane età adulta.
Come prima sottolineato le Funzioni Esecutive sono compromesse in diversi quadri clinici tipici dell’Età Evolutiva, infatti studi hanno dimostrato l’importanza delle stesse nello sviluppo del LINGUAGGIO e degli APPRENDIMENTI SCOLASTICI.
Lo sviluppo delle Funzioni Esecutive e quello linguistico sono strettamente connessi e influenzabili l’uno all’altro. Un buon sviluppo linguistico contempla la capacità di integrare più abilità e funzioni, il bambino dovrà organizzare e pianificare ciò che vuole esprimere a livello mentale, dovrà riuscire a controllare e inibire gli stimoli superflui ed infine utilizzerà corrette strutture grammaticali, tutto ciò viene controllato e diretto dal dominio esecutivo. Inoltre l’attenzione e la memoria di lavoro svolgono un ruolo fondamentale, senza le risorse attentive nessun apprendimento può costruirsi mentre le capacità mnestiche rappresentano un aspetto fondamentale per l’elaborazione degli stimoli.
Un altro aspetto importante che lega lo sviluppo esecutivo a quello linguistico riguarda la capacità del linguaggio di svolgere un ruolo di mediatore nel monitoraggio e nella pianificazione dei comportamenti da attuare.
Tutto ciò avviene grazie allo sviluppo del linguaggio interno del bambino che guida le proprie azioni, viene a formarsi grazie alla cornice linguistica e comunicativa fornita dall’ambiente familiare e dalle cure parentali e rappresenta un prerequisito fondamentale per lo sviluppo sia del linguaggio che delle Funzioni Esecutive.
Come per il linguaggio le Funzioni Esecutive sono strettamente connesse anche con gli apprendimenti scolastici. L’acquisizione delle competenze di lettura, scrittura e calcolo richiedono al soggetto un carico cognitivo molto alto con impiego di molte risorse, dovranno essere messi in atto molti processi come la pianificazione, l’utilizzo flessibile di strategie, il mantenimento di informazioni in memoria, porre attenzione a stimoli e contemporaneamente filtrare le informazioni meno importanti, ovvero tutte capacità che asseriscono alle Funzioni Esecutive.
Molti studi hanno dimostrato che attività incentrate sul potenziamento delle funzioni esecutive hanno una ricaduta positiva anche sugli apprendimenti ed in generale sugli aspetti della vita quotidiana.