Approfondimenti

L’approccio cognitivo-comportamentale in età evolutiva


La terapia cognitivo-comportamentale, nata nel corso degli anni settanta, è un modello clinico che prende in considerazione la stretta relazione tra comportamenti, emozioni e pensieri. In età evolutiva, la presa in carico del bambino pone particolare attenzione sia alla sua storia di sviluppo che al contesto sociale e culturale nel quale è inserito. Questo perché nel processo di sviluppo gli aspetti emotivi, cognitivi, relazionali e sociali sono strettamente legati tra di loro e influenzano tutti gli ambiti di sviluppo. E’ infatti all’interno degli scambi relazionali con l’altro che il bambino impara a regolare la propria attivazione emotiva e il proprio comportamento.

Negli interventi clinici, la psicoterapia dell’età evolutiva analizza le cause che hanno determinato il disturbo, i meccanismi che lo mantengono e le conseguenze che questo comporta sul funzionamento globale del bambino a livello socio-relazionale e cognitivo-affettivo. Nel percorso terapeutico, il bambino viene guidato nell’elaborazione di strategie di regolazione emotiva e di gestione del comportamento, partendo dalla possibilità di riconoscere le diverse attivazioni emotive e le condizioni che le hanno generate.

Alcune tecniche terapeutiche cognitivo-comportamentali che vengono utilizzate in età evolutiva sono: 

  • il rinforzo, in cui ad un comportamento viene fatto seguire uno stimolo percepito dal bambino come particolarmente gratificante o dall’eliminazione di uno stimolo per lui spiacevole;
  • l’ automonitoraggio, dove si insegna al bambino a osservare e registrare pensieri, emozioni e comportamenti di una situazione e gli antecedenti che li hanno causati al fine di comprendere i nessi causali e adottare strategie più funzionali;
  • il modeling, che consiste nell’osservare un modello competente (terapeuta) di fronte a situazioni problematiche in modo tale da permettere l’apprendimento attraverso l’imitazione;
  • il role-playing, in cui la situazione problematica è simulata attraverso il gioco dei ruoli e l’analisi che ne segue permette di apprendere un comportamento più appropriato;
  • il training di rilassamento, che si riferisce a procedure di rilassamento;
  • il parent-training, visto che il coinvolgimento dei genitori è fondamentale per il trattamento in quanto alcune caratteristiche del disturbo del bambino si manifestano anche in famiglia.

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