Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività o ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è un quadro clinico caratterizzato da un insieme di sintomi riconducibili ad una mancanza di autoregolazione: iperattività motoria, impulsività ed incapacità a concentrarsi (inattenzione). E’ definibile come uno stato persistente di disattenzione e/o iperattività e impulsività più frequente e più grave rispetto a quanto si osserva in soggetti dello stesso livello di sviluppo.
L’ADHD in età evolutiva si presenta pertanto come un bambino:
- con scarsa cura per i dettagli, labilità attentiva e tendenza commette errori di distrazione. Sembra non ascoltare quando si gli parla e tende ad evita le attività che richiedano attenzione prolungata (come i compiti ecc.). Non segue le istruzioni che gli vengono fornite, ha difficoltà a organizzarsi, è facilmente distraibile da stimoli esterni e non porta a termine le attività richieste. Perde gli oggetti e si dimentica facilmente cose abituali.
Si parlerà dunque di inattenzione - irrequieto, ha difficoltà a giocare tranquillamente è sempre in movimento, non riesce a star fermo su una sedia, in classe si alza spesso. Corre o si arrampica quando non dovrebbe; necessità di continua uper visione dell’adulto. Parla eccessivamente e spesso usa termini ricercati.
Si parlerà dunque di iperattività - tende a risponde prima che la domanda sia completata ed ha difficoltà ad aspettare il proprio turno: interrompe o si intromette nelle attività /conversazioni di coetanei o adulti.Si parlerà dunque di impulsività
Spesso il nucleo familiare è investito da elevati livelli di stress e contrasti tra i coniugi.
A livello clinico vengono distinti i seguenti sottotipi:
- prevalentemente Iperattivo- impulsivo. Il bambino appare estremamente iperattivo /impulsivo e può non avere sintomi di inattenzione. Tale quadro risulta frequentemente in età prescolare;
- prevalentemente Disattento. Il bambino è facilmente distraibile, ma non eccessivamente iperattivo/impulsivo;
- combinato: presenti tutte e tre i sintomi cardini. Quadro molto diffuso in età scolare.
Vi sono differenze in base al sesso:
- incidenza M:F = 3:1
- nelle Femmine è più frequente il sottotipo disattento, i sintomi sono più tardivi, vi è un aumento ansia/depressione;
- nei Maschi è più frequente il sottotipo iperattivo in età prescolare e successivamente quello combinato (tipico dei setting clinici ed in età scolare).
Prognosi: Il disturbo ha esordio in età evolutiva (incidenza 4-12%)e tende in parte a persistere in adolescenza (6%) ed età adulta (4-5%).
L’ADHD è un disturbo eterogeneo con vari gradi di inattenzione, iperattività e impulsività.
Più che di una categoria si parla di spettro, ovvero una dimensione che parte da un quadro puro dove ritroviamo solo i sintomi della patologia ADHD ed arriva a quadri con comorbidità severe.
QUADRI in COMORBIDITÀ con ADHD
- Disturbo oppositivo(DOP) o disturbo di condotta (DC);
- Disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) che inficiano a livello scolastico ma anche sul livello del sé in termini di autoefficacia ed autostima;
- Disturbi d’ansia: l’ansia può peggiorare il quadro di iperattività e ipercinesia;
- Disturbo della coordinazione motoria: che si può manifestare come goffaggine fino a un livello di disturbo di coordinazione;
- Disturbo da TIC;
- Depressione, che può essere sia parallela all’ADHD ma anche secondaria ad esso;
- Disturbi dello spettro autistico.
Circa l’80% degli ADHD presenta almeno una tra queste comorbidità, mentre circa il 60% dei pazienti presenta almeno due comorbidità.
Proprio l’alto livello di comorbidità rende necessaria una valutazione estensiva del bambino per esaminare il profilo comportamentale, cognitivo, emotivo e di funzionamento sociale, tramite:
- Valutazione psichiatrica
- Valutazione neuropsicologica che prevede l’analisi delle diverse abilità cognitive
- Valutazione dello sviluppo psicomotorio e del linguaggio
- Valutazione neurologica e medica ai fini del trattamento farmacologico
- Valutazione della situazione sociale e familiare (fattori ambientali).
Per giungere ad una corretta diagnosi è necessario:
raccogliere informazioni dai diversi contesti di vita del soggetto (famiglia, scuola, sport, ect) tramite interviste semistrutturate o questionari al fine di verificare che i suoi comportamenti siano espressione di un suo modo di essere e non solo una risposta adattiva ad un dato contesto sociale;
effettuare un’opportuna valutazione testistica per quantificare il disturbo ed individuare i punti di forza e di debolezza del soggetto.
La Diagnosi Differenziale deve essere fatta con
1. Condizioni di Normalità
Presenza di problemi ambientali come
- inadeguato supporto scolastico (disabilità intellettiva lieve, livello cognitivo borderline, disturbo del linguaggio o dell’apprendimento, particolare vivacità intellettiva).
- Inadeguato supporto familiare (ambiente caotico, divorzio, abuso, abbandono).
2. Disturbi neurologici e patologie mediche:
- Disturbi sensitivi (sordità, deficit visivi)
- Epilessia ( es epilessia Rolandica)
- Disturbi Tiroidei
- Trauma Cranico
- Ascessi / neoplasie lobo frontale
- Abuso di sostanze
- Intossicazione da piombo non molto frequente
- Farmaci (antistaminici, benzodiazepine nel trattamento dell’epilessia, beta-agonisti che sono usati per asma, il cortisone e altri farmaci eccitanti,antiepilettici)
3. Altri disturbi psichiatrici che possono trovarsi anche in comorbidità:
- DOP/DC
- Severe Mood Dysregulation
- Disturbi depressivi
- Disturbo bipolare
- Disturbi Ansia
- Tic motori/ Sindrome di Tourette
I trattamenti di eccellenza del disturbo sono:
- training cognitivo-comportamentale
- terapia neuropsicologica e degli app.scolastici
- parent training
- terapia farmacologica in caso di quadri particolarmente severi.
PICCOLI CONSIGLI
- Dare al bambino regole chiare, esplicite e coerenti;
- Creare routine chiare che lo aiutino a crearsi schemi mentali di cosa avviene e rinforzino la riflessione e la pianificazione;
- Dare un posto ad ogni cosa in modo da stimolare l’organizzazione;
- Non rimproverare soltanto il bambino ma soprattutto fermarsi a gratificarlo quando segue le regole e fa le cose correttamente (ricordiamoci che i suoi “eccessi” di iperattività psicomotoria o la grande difficoltà nel mantenimento attentivo NON dipendono da lui e dalla sua volontà, ma sono chiari sintomi del disturbo stesso; per tale motivo risulta controproducente colpevolizzare il bambino se non riesce a stare fermo o attento).
LINK UTILI:
http://www.iss.it/binary/wpop/cont/circolare_ADHD_MIUR_2010.pdf
http://www.aidaiassociazione.com/documents/Linee_guida_ADHD.pdf
http://www.aidaiassociazione.com/circolari_MIUR.htm