Approfondimenti

Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività o ADHD


Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività o ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è un quadro clinico caratterizzato da un insieme di sintomi riconducibili ad una mancanza di autoregolazione: iperattività motoria, impulsività ed incapacità a concentrarsi (inattenzione). E’ definibile come uno stato persistente di disattenzione e/o iperattività e impulsività più frequente e più grave rispetto a quanto si osserva in soggetti dello stesso livello di sviluppo.

L’ADHD in età evolutiva si presenta pertanto come un bambino:

  • con scarsa cura per i dettagli, labilità attentiva e tendenza commette errori di distrazione. Sembra non ascoltare quando si gli parla e tende ad evita le attività che richiedano attenzione prolungata (come i compiti ecc.). Non segue le istruzioni che gli vengono fornite, ha difficoltà a organizzarsi, è facilmente distraibile da stimoli esterni e non porta a termine le attività richieste. Perde gli oggetti e si dimentica facilmente cose abituali.
    Si parlerà dunque di inattenzione
  • irrequieto, ha difficoltà a giocare tranquillamente è sempre in movimento, non riesce a star fermo su una sedia, in classe si alza spesso. Corre o si arrampica quando non dovrebbe; necessità di continua  uper visione dell’adulto. Parla eccessivamente e spesso usa termini ricercati.
    Si parlerà dunque di iperattività
  • tende a risponde prima che la domanda sia completata ed ha difficoltà ad aspettare il proprio turno: interrompe o si intromette nelle attività /conversazioni di coetanei o adulti.Si parlerà dunque di impulsività

Spesso il nucleo familiare è investito da elevati livelli di stress e contrasti tra i coniugi.

A livello clinico vengono distinti i seguenti sottotipi:

  1. prevalentemente Iperattivo- impulsivo. Il bambino appare estremamente iperattivo /impulsivo e può non avere sintomi di inattenzione. Tale quadro risulta frequentemente in età prescolare;
  2. prevalentemente Disattento. Il bambino è facilmente distraibile, ma non eccessivamente iperattivo/impulsivo;
  3. combinato: presenti tutte e tre i sintomi cardini. Quadro molto diffuso in età scolare.

Vi sono differenze in base al sesso:

  • incidenza M:F = 3:1
  • nelle Femmine è più frequente il sottotipo disattento, i sintomi sono più tardivi, vi è un aumento ansia/depressione;
  • nei Maschi è più frequente il sottotipo iperattivo in età prescolare e successivamente quello combinato (tipico dei setting clinici ed in età scolare).

Prognosi: Il disturbo ha esordio in età evolutiva (incidenza 4-12%)e tende in parte a persistere in  adolescenza (6%) ed età adulta (4-5%).

L’ADHD è un disturbo eterogeneo con vari gradi di inattenzione, iperattività e impulsività. 

Più che di una categoria si parla di spettro, ovvero una dimensione che parte da un quadro puro dove ritroviamo solo i sintomi della patologia ADHD ed arriva a quadri con comorbidità severe.

QUADRI  in COMORBIDITÀ con ADHD

  • Disturbo oppositivo(DOP) o disturbo di condotta (DC);
  • Disturbi  specifici dell’apprendimento  (DSA) che inficiano a livello scolastico ma anche sul livello del sé in termini di autoefficacia ed autostima;
  • Disturbi d’ansia: l’ansia può peggiorare il quadro di iperattività e ipercinesia;
  • Disturbo della coordinazione motoria: che si può manifestare come goffaggine fino a un livello di disturbo di coordinazione;
  • Disturbo da TIC;
  • Depressione, che può essere sia parallela all’ADHD ma anche secondaria ad esso;
  • Disturbi dello spettro autistico.

Circa l’80% degli  ADHD presenta almeno una tra queste comorbidità, mentre circa il 60% dei pazienti presenta almeno due comorbidità.

Proprio l’alto livello di comorbidità rende necessaria una valutazione estensiva del bambino per esaminare il profilo comportamentale, cognitivo, emotivo e di funzionamento sociale, tramite:                     

  • Valutazione psichiatrica  
  • Valutazione neuropsicologica che prevede l’analisi delle diverse abilità cognitive
  • Valutazione dello sviluppo psicomotorio e del linguaggio
  • Valutazione neurologica e medica ai fini del trattamento farmacologico
  • Valutazione della situazione sociale e familiare (fattori ambientali).

Per giungere ad una corretta diagnosi è necessario:

raccogliere informazioni dai diversi contesti di vita del soggetto (famiglia, scuola, sport, ect) tramite interviste semistrutturate o questionari  al fine di verificare che i suoi comportamenti siano espressione di un suo modo di essere e non solo una risposta adattiva ad un dato contesto sociale;

effettuare un’opportuna valutazione testistica per quantificare il disturbo ed individuare i punti di forza e di debolezza del soggetto.

La Diagnosi Differenziale deve essere fatta con

1. Condizioni di Normalità
Presenza di problemi ambientali come

  • inadeguato supporto scolastico (disabilità intellettiva lieve, livello cognitivo borderline, disturbo del linguaggio o dell’apprendimento, particolare vivacità intellettiva).
  • Inadeguato supporto familiare (ambiente caotico, divorzio, abuso, abbandono).

2. Disturbi neurologici e patologie mediche:

  • Disturbi sensitivi (sordità, deficit visivi)
  • Epilessia ( es epilessia Rolandica)
  • Disturbi Tiroidei
  • Trauma Cranico
  • Ascessi / neoplasie lobo frontale
  • Abuso di sostanze
  • Intossicazione da piombo non molto frequente
  • Farmaci (antistaminici, benzodiazepine nel trattamento dell’epilessia, beta-agonisti che sono usati per asma, il cortisone e altri farmaci eccitanti,antiepilettici)

3. Altri disturbi psichiatrici che possono trovarsi anche in comorbidità: 

  • DOP/DC
  • Severe Mood Dysregulation
  • Disturbi depressivi
  • Disturbo bipolare 
  • Disturbi Ansia
  • Tic motori/ Sindrome di Tourette 

I trattamenti di eccellenza del disturbo sono:

  • training cognitivo-comportamentale
  • terapia neuropsicologica e degli app.scolastici
  • parent training
  • terapia farmacologica  in caso di quadri particolarmente severi.

PICCOLI CONSIGLI

  • Dare al bambino regole chiare, esplicite e coerenti;
  • Creare routine chiare che lo aiutino a crearsi schemi mentali di cosa avviene e rinforzino la riflessione e la pianificazione;
  • Dare un posto ad ogni cosa in modo da stimolare l’organizzazione;
  • Non rimproverare soltanto il bambino ma soprattutto fermarsi a gratificarlo quando segue le regole e fa le cose correttamente (ricordiamoci che i suoi “eccessi” di iperattività psicomotoria o la grande difficoltà nel mantenimento attentivo NON dipendono da lui e dalla sua volontà, ma sono chiari sintomi del disturbo stesso; per tale motivo risulta controproducente colpevolizzare il bambino se non riesce a stare fermo o attento). 

 

LINK UTILI:

http://www.iss.it/binary/wpop/cont/circolare_ADHD_MIUR_2010.pdf

http://www.aidaiassociazione.com/documents/Linee_guida_ADHD.pdf

http://www.aidaiassociazione.com/circolari_MIUR.htm

 

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